2023-02-21-Wired

Amazon non si rifornirà più dai propri distributori europei

Nei prossimi mesi l'azienda di Seattle, che ha deciso di rivedere il proprio metodo di approvvigionamento dei prodotti, interromperà il proprio rapporto con oltre 20mila vendor

Amazon ha deciso di rivedere il proprio metodo di approvvigionamento dei prodotti e di interrompere il proprio rapporto con oltre 20mila vendor europei. Secondo quanto riporta La Repubblica, l’azienda di Seattle avrebbe inviato a tutti i soggetti interessati una mail, informandoli della scelta effettuata.

Nella missiva, il colosso dell’ecommerce avrebbe indicato a ciascun venditore la data dalla quale smetterà di rifornirsi di prodotti, invitandolo a vendere direttamente i propri prodotti sulla piattaforma attraverso Amazon Marketplacein qualità di venditore terzo.

Il cambio di rotta della società statunitense non sorprende gli addetti ai lavori. “Il 3 marzo del 2019 – spiega infatti sempre a La Repubblica la senior partner di Netcomm e presidente di Brandon Group Paola Marzario – la stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti e da allora cercavo di avvertire i distributori di prepararsi. A breve Amazon chiuderà i contratti anche con brand diretti che non realizzano volumi interessanti”. 

Secondo Marzario, la scelta di Amazon, che nasce anche con l’intento di trasformare in seller i vendor, rappresenta per questi ultimi un’opportunità da cogliere per digitalizzarsi e irrompere non solo sul marketplace dell’azienda di Seattle, ma anche sugli oltre duecento altri presenti in Europa. “Questa decisione - commenta il presidente di Netcomm Roberto Liscia - è la legittima scelta di un retailer che cerca di contenere i costi nella sua catena di approvvigionamento e di tenere bassi i prezzi per i consumatori”. 

In una nota, Amazon ha affermato che continuerà a rifornirsi di prodotti da grossisti e distributori che sono anche proprietari del marchio o hanno un accordo con il produttore per distribuirne i prodotti in esclusiva. Gli altri dovranno invece adeguarsi e cambiare radicalmente i propri modelli di vendita, considerando una stima che individua nel 30% la quota dei ricavi che molte aziende europee dovevano finora al proprio accordo con la big tech.

Il commento

La decisione di Amazon di bypassare i distributori europei ha una portata enorme sul settore dell’ecommerce - afferma Andrea Spedale, presidente di Aicel (Associazione italiana commercio elettronico) che è l’associazione di categoria dei venditori online in Italia -. Saltando uno step della filiera di approvvigionamento, il colosso di Seattle potrà acquistare a prezzi sensibilmente ridotti e dunque ridurre i prezzi ai consumatori, mantenendo inalterati i suoi margini”.

Prosegue Spedale: “Sarà sempre Amazon a decidere i prezzi nella piattaforma. Ciò significa che i distributori avranno come primo concorrente proprio chi fino a ieri era il loro primo cliente. Lo sbilanciamento del mercato è evidente: il primo competitor dei vendor è la stessa piattaforma che detta regole, usa algoritmi per visualizzare le offerte, ricorre a prezzi dinamici, premia le buy box, vende sponsorizzate e riceve una commissione su ogni vendita generata. Con la conseguenza che gli attuali venditori, già clienti dei distributori e della piattaforma, a breve si troveranno in una posizione di forte svantaggio competitivo ma soprattutto vedranno azzerarsi i loro margini al punto tale che non solo non potranno più rimanere nel marketplace, ma vedranno messa a rischio la sopravvivenza della loro attività”.

"Quindi chi non è produttore della merce, è bene che inizi a definire una "back home strategy”. Da tempo i marketplace si sono trasformati in “walled garden”, giardini chiusi di dati ed informazioni di forte rilevanza economica, costituendo di fatto un monopolio. Uno status che il Digital Markets Act, da poco approvato, sta puntando a contrastare in un’ottica di maggiore equilibrio e concorrenza del mercato”, conclude il presidente di Aicel.


Tags: aicel , Andrea Spedale , Amazon
Articolo del: 27/02/2023
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